A
proposito di Mussolini
di
Denis Mack Smith
Laterza
Editori
Saggistica
storica
Pagg.
55
ISBN 9788842073222
Prezzo € 5,00
Mussolini spogliato del mito
A
distanza di più di mezzo secolo dalla sua morte e quindi sopite le passioni
credo sia opportuno chiedersi chi sia stato veramente Benito Mussolini, al di
là di quel che tutti sappiamo di lui (il capo del fascismo, il dittatore,
l’uomo che portò l’Italia alla sventura della seconda guerra mondiale e che poi
alimentò quella guerra civile che tanti lutti ha causato al paese). Era il capo
di stato che con atteggiamento marziale passava in rivista le truppe? Era il
padre di tutti, sorridente e affettuoso, quando si presentava agli italiano? O
era forse il lavoratore che dava l’esempio nel corso della battaglia del grano?
Era colui che prometteva gloria all’Italia e che invece la condusse alla
rovina?
Chi
lo conobbe, almeno per essere stato comandato da lui nel ventennio,
sembra in preda a un mito indistruttibile che anzi nel trascorrere del tempo si
autoalimenta (ormai sono rimasti in pochi, ma fra i vecchi fascisti aleggia
sempre la figura del Duce come fu a suo tempo costruita), e questo nonostante
la realtà dei fatti, ma i vecchi si possono scusare, perché in fondo vivono del
passato. Mentre quelli che non hanno alcuna giustificazione sono i giovani,
quelli che parlano di un Mussolini come non è mai stato, tanto da pensare che
lo vagheggino. A questi e a chi vuole sapere di più consiglio di leggere questo
piccolo libro di Denis Mack Smith, in cui sono ben delineate le
ossessioni, la retorica, i tradimenti e il narcisismo esasperato del
duce.
Ne
esce una figura tragicomica, un individuo dalla dubbia sanità di mente, pur con
quella capacità che gli deve essere riconosciuta di aver incantato, almeno fino
alla seconda guerra mondiale, il popolo italiano. Vi sono raccontati episodi
che se non avessero poi condotto allo sfacelo del paese sarebbero anche
divertenti, con quest’uomo convinto di sapere tutto e che invece sa poco e
niente, che non ascolta - ma nemmeno vuole – i consiglieri, che gioca d’azzardo
con la pelle degli altri, che è abituato a raccontare menzogne a cui finisce
con il credere anche lui. È un uomo che di anno in anno accentra sempre più
potere e la cui mente va di pari passo oscurandosi.
Il
partito, che ha forgiato, finisce con l’identificarsi con lui che agli inizi
forse aveva qualche capacità politica, che poi però, in assenza di concorrenti,
è svanita, tanto che non trova di meglio per liberarsi di due personaggi
pericolosi per il sui potere di mandarli in pratica in esilio (Grandi
ambasciatore a Londra e Balbo governatore in Libia). Fra tante incapacità, in
una vanità smisurata ci sarebbe almeno da attendersi un buon carattere e invece
era crudele (non certo come Hitler e Stalin), ma comunque feroce con chi, a suo
giudizio, poteva mettergli il bastone fra le ruote, come nel caso di
Ida Dalser, sposata solo in chiesa, e del figlio avuto da lei Benito
Albino, non solo osteggiati, ma perseguitati e rinchiusi in
manicomio affinchè non parlassero.
Il
mito dunque é stato un bluff, perché nessuna di quelle caratteristiche positive
che gli erano state costruite rispondeva a verità; anzi, Benito Mussolini era
quasi una nullità e forse in questa nullità si ritrovava una parte di un popolo
che amava sognare. Il giudizio è troppo severo? Beh, vediamo cosa dicono tre
personaggi suoi contemporanei che non possiamo certo definire di parte avversa.
La
moglie, donna Rachele, l’ha ricordato così:”mio marito pareva un leone, e
invece, tutto sommato, era un pover’uomo.”.
Il
genero, Galeazzo Ciano, dando un consiglio a Bastianini, destinato alla
carica di sottosegretario agli Esteri, lo avverte che in passato “fu possibile
parlare a Mussolini ma adesso non vuole più sentire nessuno e vuol aver ragione
lui, ma per fortuna le sue opinioni mutano come il vento.”.
Ma
il giudizio più preciso ed esauriente è quello di un fascista notoriamente
colto, Bottai: “Mussolini è l’unico uomo che Mussolini non abbia mai
tradito; é stato indotto in una serie di errori dagli anni, dalle donne, dalla
lue, dall’ulcera, dall’invidia e dall’odio.”.
Vi
consiglio, anzi raccomando vivamente la lettura di questo piccolo grande
libro.
Denis Mack Smith (Londra,
3 marzo 1920) è lo storico inglese più noto nel nostro Paese e ha scritto libri
relativi alla storia italiana dal risorgimento in poi.
Renzo
Montagnoli
deduco che: Renzo e Denis siano entrambi prevenuti nei confronti dei romagnoli...! (vi aspetto entrambi a Predappio) Ste.
RispondiEliminaGiudizi davvero impietosi quelli espressi su di lui, e non poteva essere altrimenti. E se certi giudizi appartenevano ad "amici" di Mussolini, che altro possiamo dire oggi di diverso, ma solo per un senso di pietà, su una persona che veramente, anche secondo me, era soltanto una "nullità"? Purtroppo, quando persone così sono al comando possono davvero fare dei danni incalcolabili, danni che mettono radici profonde e che ancora oggi, a distanza di decenni, sono difficili da sradicare.
RispondiEliminaGrazie.
Piera