La
notte ha il fiato corto
di Cristina Bove
dice:
qualcuno si è seduto sul mio letto
un tocco gelido
dalle sue mani alle mie mani
respirava il mio sonno
aggiunge: sarà questione temporale
qualcuno si è seduto sul mio letto
un tocco gelido
dalle sue mani alle mie mani
respirava il mio sonno
aggiunge: sarà questione temporale
_il repentino
pianto mi sconfigge_
lui non ha più le forze
per contrastare il freddo
anche l’amore gli è di troppo
se ne sta nel suo bozzolo ovattato
tornato un po’ bambino
lui non ha più le forze
per contrastare il freddo
anche l’amore gli è di troppo
se ne sta nel suo bozzolo ovattato
tornato un po’ bambino
avrei da dirgli tante
cose ancora
ma ormai ci sente poco
e non posso gridare ad alta voce
ciò che andrebbe soltanto sussurrato.
A gesti gli domando se ha paura
no, mi assicura, ed io
_che non ho il suo coraggio_ mi rifiuto
alla cattiva sorte
non voglio rimboccare le coperte
all’ospite in attesa sulla porta
ma ormai ci sente poco
e non posso gridare ad alta voce
ciò che andrebbe soltanto sussurrato.
A gesti gli domando se ha paura
no, mi assicura, ed io
_che non ho il suo coraggio_ mi rifiuto
alla cattiva sorte
non voglio rimboccare le coperte
all’ospite in attesa sulla porta
ma non c’è via di fuga
e mi distraggo
facendo finta che va tutto bene
come nei film americani
e mi distraggo
facendo finta che va tutto bene
come nei film americani
La colonna sonora:
Un testo che è una meraviglia, lo conoscevo già ma il rileggerlo, il soffermarmi ancora su questi straordinari versi mi ha fatto riprovare gli stessi sentimenti: la malinconia che si avverte davanti alla sofferenza, fisica e mentale, davanti al senso di inadeguatezza, l'incapacità di poter risolvere problemi, soprattutto quelli delle persone più care, alle quali vorremmo regalare nuovamente ciò che hanno perso col passare degli anni. E allora non rimane che "far finta che vada tutto bene", se non si vuole morire di dispiacere.
RispondiEliminaSempre bravissima, Cristina.
Piera