domenica 28 agosto 2016

Il canto sommerso dello uadi, di Franca Canapini





                                                        Foto da web




Il canto sommerso dello uadi
di Franca Canapini



Ero steppa irta-arida di luce
vento infuocato mi stormiva attorno
-i minuti parevano millenni-


In un secondo


fu pioggia martellante
rapida mi dilavò tutte le ossa
disfece fino al pianto la mia terra
scavò pozzi profondi, suonò tendini sopiti
mi tracciò con ramisolchi di percorsi


In un secondo


fui fiume gonfiesondante
spaventato di se stesso
trascinavo in ogni dove
terra sconvolta, acqua e schiuma; e foce
tanto lontana che non mi fu concessa


addio addio mia terra!
mia acqua! addio addio!


Sono di nuovo steppa
irta di sempre e di mai più
eppure fremente sottocrosta
so che vibrerò alla prima goccia
uscirò dal mio sonno di sabbia


Celo in queste sassaie polverose
il corso di direzioni sconosciute
di ogni loro più infimo rigagnolo
e pozzi e forre e anse di mistero


Oltremisura aperto
attendo la pioggia santa del mio dio
-i millenni paiono minuti-


La colonna sonora:




3 commenti:

  1. E' una poesia trascinante, palpitante, intensa, trasmette emozioni; hai saputo dare parole a una parte "muta" della nostra madre terra.
    Molto bella!!
    Gio

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  2. Grazie Renzo
    e grazie Giovanna! Stamani mi avete fatto una bella sorpresa.
    Franca

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  3. Un bel testo, Franca, del cui contenuto si parla poco, in genere, se escludiamo i programmi divulgativi. Eppure tu, come dice Giovanna, hai dato voce a ciò che voce non ha, costruendo bellezza, quindi poesia.
    Sono stata da te, ieri, ed ora mi fa molto piacere ritrovare qui il tuo bel testo.
    Ciao, a presto.
    Piera





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