Foto da web
Chissà
di
Renzo Montagnoli
Come
un’ape sugge il polline dai fiori
assaporo
ogni momento gli istanti della vita
riempio
gli occhi dell’irripetibile spettacolo
di
una natura che sembra donarsi.
Dell’ape
stessa che svolazza sulle ortensie
colgo
l’intrepida ricerca del suo cibo,
della
lucertola che sonnecchia al sole
intuisco
il palpito del suo cuore che si scalda.
Di
ogni cosa voglio imprimere la memoria,
del
mio stesso viso che nel tempo invecchia.
Chissà
se nel dopo mi sarà concesso il ricordo,
chissà
che in quell’antro oscuro possa splendere
un
po’ di quella luce che adesso colgo.
Da Lungo
il cammino
La
colonna sonora:
Bella poesia, molto significativa. La vita che va assaporata in tutta la sua bellezza e il suo mistero, giorno dopo giorno, senza disperdere nulla. Ampiamente condivisibile! Al "dopo" non pensiamoci; se ci porteremo appresso armonia e bontà non dobbiamo temere e poi...sarà una sorpresa...chissà!
RispondiEliminaGio
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RispondiEliminaBella poesia positiva. E' questo l'atteggiamento giusto per "esserci" in questo mondo. Poi..il dopo...chissà...non pensiamoci troppo, come dice Giovanna.
RispondiEliminaCiao
franca
Bei versi,lucidi e un po' malinconici. Sì, in questa che viene chiamata la "terza età" si cerca di gustare al massimo ciò che ogni giorno dona, chissà se è perché da giovani si tende a sprecare un po' le opportunità. Chissà, come il titolo della tua bella poesia. Riguardo al "dopo", mi piace immaginare non l'ombra ma la luce, la bellezza, l'armonia, forse perché sono profondamente innamorata della natura, del bello che vediamo intorno a noi.
RispondiEliminaMa questo non ha nulla a che vedere col mondo degli umani, se escludiamo l'arte dove l'uomo sa ancora raggiungere vette molto alte.
Piera