Aspettando
l’alba
e altri racconti
di Mario Rigoni Stern
Edizioni Einaudi
Narrativa raccolta di racconti
Collana Supercoralli
Pagg. 144
ISBN 9788806168179
Prezzo € 13,50
La memoria di ciò che è stato
Mario Rigoni Stern non ha mai scritto romanzi
frutto di esclusiva fantasia; nei suoi libri non ci sono storie e personaggi
inventati, c’è invece sempre lui, capace con una creatività non disancorata
dalla realtà di scrivere pagine e pagine affascinanti, benché l’argomento
spesso e a prima vista possa apparire banale. Così non si troverà mai una
passeggiata sulla neve o un’alba sull’altopiano, bensì si potrà leggere di
“quella” passeggiata sulla neve o di “quella” specifica alba sull’altopiano, in
quanto entrambe frutto di un’esperienza effettivamente maturata e che l’autore
ricrea arricchita dalla sua straordinaria capacità di saper osservare.
Ovviamente ciò si verifica puntualmente anche
con i racconti di questa raccolta,
che presenta una doppia anima, cioè quella della guerra e quella della natura,
che a volte si alternano, mentre altre finiscono con l’incontrarsi, fondendosi
in uno scritto che ben in equilibrio le ricomprende.
In ogni caso sembrano tante pietruzze
pazientemente raccolte e accostate che vanno ad arricchire, come un mosaico, il
mausoleo della memoria edificato con pazienza e con passione da Mario Rigoni
Stern.
Ci sono tanti personaggi protagonisti, che a
prima vista possono sembrare insignificanti e che invece hanno un peso, nemmeno
di poco conto, come Romedio e la sua mula che, durante la ritirata in Russia,
portano in salvo decine di feriti. Ma sono anche le piccole cose, spesso da noi
volutamente ignorate, che vengono fatte emergere prepotentemente per
rivendicare la storia in cui sono entrate, come nel caso della bottiglia di
grappa, nascosta nel 1917 in una trincea, e ritrovata solo dopo una trentina di
anni. La capacità di osservazione è tale che persino la dura realtà del lager
viene smussata da chi sa guardare la natura con animo poetico. Al riguardo il
ritorno dopo molti anni dalla fine della guerra nel luogo di detenzione,
accompagnato dalla moglie e dal figlio, che prudentemente stanno in disparte,
sono fra le pagine più belle. Ora non ci sono più baracche, torrette e
reticolati, ma solo campi verdeggianti, in cui Stern, con i pochi riferimenti
sopravvissuti, fruga nella memoria per rivedere dove si trovava il suo
tavolaccio, o per ripercorrere parte della strada che ogni mattina lo portava
al lavoro forzato. Il contrasto fra ciò che c’è ora e ciò che c’era è reso in
modo stupendo e sembra di vedere l’autore teso nello sforzo di ricostruire quel
suo passato. E poi ci sono gli amici:
Nuto Revelli, ma soprattutto Primo Levi, a cui scrive una lettera di sublime
bellezza all’indomani della sua tragica scomparsa.
Sì, Mario Rigoni Stern è un grande scrittore,
uno dei più grandi del nostro paese, sincero fino all’estremo; con questa
raccolta ci consegna il suo testamento di uomo che, nei travagli di una vita
massicciamente influenzata dalla guerra, ha saputo trovare una via di fuga
dall’orrore e con essa è pervenuto a un senso umano, ma anche mistico,
dell’esistenza. In queste pagine che vanno vestendosi di toni crepuscolari c’è
tutta la consapevolezza che il tempo sta per finire, ma non ci sono né dolore,
né rabbia, anzi c’è una profonda serenità, proprie di chi, soddisfatto del suo
lungo cammino che volge al tramonto, sa che la prossima alba sarà la più
luminosa e che porterà un’infinita tanto attesa pace.
Imperdibile.
Mario Rigoni Stern (Asiago 1921-2008) ha esordito nel 1953 con Il sergente nella neve. Ricordi
della ritirata di Russia (ultima
edizione «Super ET» 2008), uno dei libri più significativi del dopoguerra.
Sempre presso Einaudi, ha poi pubblicato: Il
bosco degli urogalli(1962), Quota
Albania (1971), Ritorno sul Don (1973), Storia di Tönle (1978, Premio
Campiello), Uomini, boschi e
api (1980), L'anno della vittoria (1985), Amore di confine (1986), Il libro degli animali (1990), Arboreto salvatico (1991), Le stagioni di Giacomo (1995), Sentieri sotto la neve (1998), Inverni lontani (1999 e 2009), Tra due guerre (2000),L'ultima partita a carte (2002 e 2009), Aspettando l'alba e altri racconti (2004), I racconti di guerra (2006) e Stagioni («L'Arcipelago Einaudi» 2006, «Super
ET» 2008 e «Numeri Primi» 2012). Il suo ultimo libro, pubblicato postumo nel
2008, è la sceneggiatura del Sergente
nella neve, scritta con Ermanno Olmi.
Nel 2010 esce per Einaudi Trilogia dell'Altipiano, che raccoglie i romanzi Storia di Tönle, L'anno della vittoria e Le stagioni di Giacomo; nel 2011 segue la pubblicazione di Racconti di caccia; nel 2013 Il coraggio di dire no. Conversazioni e interviste 1963-2007 (a cura di Giuseppe Mendicino).
Nel 2010 esce per Einaudi Trilogia dell'Altipiano, che raccoglie i romanzi Storia di Tönle, L'anno della vittoria e Le stagioni di Giacomo; nel 2011 segue la pubblicazione di Racconti di caccia; nel 2013 Il coraggio di dire no. Conversazioni e interviste 1963-2007 (a cura di Giuseppe Mendicino).
Recensione
di Renzo Montagnoli
Secondo me, Mario Rigoni Stern é uno dei grandi della letteratura, non solo a livello italiano.
RispondiEliminaAgnese Addari